Aleksej Issupoff, italianizzato in Alessio, giunse a Roma nel 1925 dalla regione russa della Vjatka.
Notato da un critico di punta come Umbro Apollonio, Issupoff ebbe un certo successo a Trieste negli anni Trenta e venne apprezzato da numerosi collezionisti.
La sua peculiare cifra stilistica di colorista si può apprezzare anche in Cavalli sulla neve, dove il paesaggio innevato, dalle tinte bianche e grigiastre, domina la composizione, rendendo realistica l’ambientazione.
I cavalli, che trainano faticosamente le slitte, rappresentano l’unico punto di nero in un dipinto dove a prevalere in maniera assoluta è il bianco della neve. Qui tutto è inserito in uno spazio dal sapore malinconico, in cui il tempo sembra essere sospeso.
E davvero questa suggestione sembra poter richiamare la prima pagina de Il mio Carso:
“Vorrei dirvi: Sono nato in Croazia nella grande foresta di roveri. D’inverno tutto era bianco di neve, la porta non si poteva aprire che a pertugio, e la notte sentivo urlare i lupi. Mamma m’infagottava con cenci le mani gonfie e rosse, e io mi buttavo sul focolaio frignando per il freddo.”