Pittore dal bagaglio visivo complesso, che coincide alle disparate mète formative (a Monaco di Baviera tra il 1891 e il 1895, a Roma dal 1900 al 1905 e presente alla Biennali veneziane del 1897 e del 1907 che lo influenzarono notevolmente), Glauco Cambon fu tra i pittori della giovane generazione triestina che presero parte, e che li videro soccombere in favore degli ottocentisti Scomparini e Barison, al concorso per la decorazione della Cassa di Risparmio tra il 1911 ed il 1912. Egli presentò l’ambiziosa tela dal titolo Amor Renovator Vitae che venne stroncata dalla critica dell’epoca nelle pagine de Il Piccolo per le “preoccupanti incertezze” dal punto di vista disegnativo e un impianto prospettico approssimativo; parole ingenerose ma che ricalcavano non soltanto un gusto dell’epoca, sostanzialmente di retroguardia, ma un’asse tra giuria e artisti presenti al concorso solida, che faceva trionfare i decani dell’arte triestina. A ben guardare la possente tela di Cambon, appare evidente non soltanto un’atmosfera monacense ma pure rimandi a Giulio Aristide Sartorio (presente alla Biennale del 1907 con il fregio Le Tenebre, L’Amore e La Morte) della Gorgone e gli eroi del 1897 e certa pittura veneta début siècle di Cesare Laurenti, al quale era stata dedicata una sala personale alla Biennale del 1907.
La Collezione d’Arte
Glauco Cambon
Amor Renovator Vitae
Tempera grassa su tela, cm 308 x 313