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La Collezione d’Arte
Oscar Hermann Lamb
Madonnina
Olio su tavola, cm 79 x 61

 

Presentata in occasione della X Esposizione d’arte del Sindacato Interprovinciale Fascista delle Belle Arti di Trieste del 1936, Madonnina riassume la poetica della fase più matura dell’enigmatico pittore nativo di Trieste ma viennese d’adozione. Sono le figure femminili che decretano il successo di Lamb alle Sindacali cittadine di quegli anni, spesso presentate in atteggiamenti ambigui, androgini, peraltro già messi in luce alle rassegne del 1927 con Nudo e del 1928 con La donna della finestra.

La donna in primo piano, dal volto meno enigmatico di quanto potremmo pensare, guarda diritto l’osservatore con un’aria non di distacco, come aveva fatto il collega Nathan nell’Asceta del 1927, ma attraverso un coinvolgimento e una complicità di sensi. Ne emerge un pretesto, quello della figura da ritrarre, mentre diviene centrale un’idea pittorica da simbolista che vede Lamb concentrato nella sinfonia dei bianchi del manto.

Pittore ancora oggi alla ricerca d’un proprio catalogo, Lamb si forma all’Accademia di Belle Arti di Monaco tra il 1895 ed il 1896. Di famiglia benestante, passò quindi a Roma e, a partire dal 1900, decise di trasferirsi definitivamente a Vienna, dove rimase affascinato dal linguaggio della Secession. Solo dopo il 1921 si ripresentò a Trieste ma, nonostante un impegno profuso alla realizzazione delle Sindacali, rimase defilato e, non riuscendo a inserirsi nel contesto giuliano, se ne tornò a Vienna, dove morì nel 1947. Nonostante le opere che stanno emergendo negli ultimi anni lo mostrino algido e creatore di inquietanti figure solitarie, egli ebbe un più complesso bagaglio visivo che lo avvicinò, per un breve periodo, anche ad esiti divisionisti.

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