Ripercorrendo una tradizione di pittori marinisti triestini, Paolo Klodic si dedicò esclusivamente a raffigurare le navi e il mare. Il suo, un lavoro infaticabile e coerente, si sviluppò al di fuori di qualsiasi corrente artistica e impermeabile a tutte le sollecitazioni esterne. Ciò va detto, a prescindere dalla qualità o meno di alcuni raggiungimenti, anche felici, nella sua opera. Si trovò, quindi, defilato anche rispetto al mondo artistico cittadino nonostante poté vantare una conquista del pubblico, innamorato in realtà più del mare che della pittura. Fu un buon illustratore e soprattutto scrupoloso nell’annotare ogni tipo di imbarcazione con le proprie caratteristiche, che egli dapprima fissava a matita su diversi album, oggi preziosi dal punto di vista documentaristico (Trieste, Museo del Mare). Un simile gusto andò in contro, ma non poteva essere altrimenti, al mondo anglosassone, che di lui mantenne un eccellente giudizio tanto che nella rivista Sea breezers del 1969 veniva eccessivamente elogiato “famous marine painter – perhaps the best in Italy”; di recente, nei volumi British documents on foreign affairs è incluso un suo interessante profilo, redatto quando egli fu Comandante della Capitaneria di Porto di Trieste negli anni Cinquanta. Ciò che più affascina, a prescindere dal soggetto, è proprio il lavoro approfondito che presenzia nelle opere di Klodic, attento e scrupoloso, utilizzando spesso la tecnica dei pastelli colorati che gli permettono di non compiere sbavature nel descrivere minuziosamente le strutture delle navi o l’increspamento delle onde.
La Collezione d’Arte
Paolo Klodic de Sabladoski
Vela vespertina
Pastelli colorati su carta bianca, cm 52,6 x 67,5