Dino Predonzani, nato a Capodistria il 16 febbraio 1914, ottenne il diploma d’insegnamento artistico all’Istituto Statale d’Arte di Venezia nel 1938 passando, negli stessi anni, anche all’Accademia di Belle Arti di Venezia e vincendo, con sorpresa generale, alla XXI Biennale il concorso per un’ affresco. Sono anni in cui l’ammirazione per Piero della Francesca e Giorgio de Chirico è totale. Dopo aver vissuto la drammatica esperienza della prigionia in Germania tra il 1943 ed il 1945 (decorato con la Croce al merito di guerra), rientrò a Trieste, come ricorda l’amica Niny Rocco, “…nell’agosto del 1945, nella sua villa di Scorcola, seduto sui gradini ad aspettarla, con la divisa a brandelli, ridotto in condizioni fisiche indescrivibili.” Si indirizza, nel dopoguerra, verso una pittura di matrice surrealista-tonale che nella rivista Sele-Arte diretta da Ragghianti, all’indomani dell’Esposizione nazionale di pittura contemporanea del 1953 a Trieste, viene giudicata “una suggestione del puro soggetto esterno”, critica che lo ferisce profondamente. Ma le partecipazioni alle Quadriennali romane e soprattutto alle Biennali trivenete di Padova lo riscattano seguendone la parabola artistica che lo condurrà, sul finire degli anni Cinquanta, all’astrazione. Tempesta al Nord, del 1952, è opera emblematica per comprendere il Predonzani che si presenta in quell’anno alla XXVI Biennale di Venezia e successivamente, nel 1953, all’Esposizione nazionale di pittura contemporanea che trovava Aurelia Gruber Benco attenta ad un particolare: “Dino Predonzani, in un surrealismo esasperato, dove il disegno tende a essenzializzarsi in un punto e linea, e ogni corpo in puro, levigato osso, rivive un clima e quindi una tradizione profondamente nostra.” In effetti, a ben guardare l’opera, questo surrealismo fa i conti con suggestioni metafisiche mutuate da Nathan, pittore sempre presente in questa generazione più giovane; non possiamo fare a meno di notare un’atmosfera da Naufragio della speranza di Friederich, naturalmente modernizzata. In tutt’altro clima nasce Architetture nella Regione, pannello decorativo realizzato nel 1964, un omaggio al Friuli Venezia Giulia e ai monumenti storici che ne caratterizzano il territorio; dal Campanile del Duomo di San Marco e il Municipio di Pordenone alla Loggia del Lionello a Udine, da Palazzo Carciotti di Trieste alla facciata del Duomo di Gemona del Friuli, dalla inconfondibile silhoutte della chiesa di Muggia alla Cattedrale di San Giusto, da Venzone a Tarvisio oltre a vari importanti castelli del Friuli, Predonzani con abilità di grande decoratore d’interni, quale era in questi anni, consegna una geografia architettonica del territorio su di un uniforme fondale rosso per far emergere nei dettagli la bellezza intrinseca di tali monumenti. Sono anni che lo vedono impegnato, con successo, sia nella decorazione navale sia in quella a carattere sacro. La Natura morta del mare, tema rintracciabile in Predonzani sin dagli esordi, fa i conti con l’amato Dalì, specie nella rete molle sistemata in un mare prosciugato o ritirato, dove le vestigia di un glorioso passato si accompagnano al mondo marino e qualcosa devono pure a certe soluzioni depisisiane.
La Collezione d’Arte
Dino Predonzani
Natura morta del mare
Olio su tela, cm 115,2 x 240,6