“Ho camminato il Carso per anni e anni fin dalla mia prima fanciullezza. La sua configurazione naturale è stata per me sempre motivo di attrazione[…] Ci ho consumato le mie sette scarpe di ferro a percorrerlo in lungo e in largo, e altre ne consumerò fino a che le gambe mi porteranno…”.
Queste parole ci fanno capire tutto l’amore che il pittore Gianni Brumatti provò per il Carso, territorio che conosceva nel dettaglio e che rappresentò nei suoi dipinti di paesaggio. Nelle quattro opere presentate in mostra si può cogliere come l’artista volesse rendere tutta la diversità della natura che cambia col passare delle stagioni.
In Saraceno matura e Grano si vede infatti come uno stesso paesaggio agricolo può modificarsi nelle tinte e nei toni a seconda del momento in cui è colto.
Ne Il Saraceno matura prevale il colore terroso del suolo arato nei primi piani e l’azzurro del cielo pervaso da una luce chiara.
Nel dipinto intitolato Grano un gruppo di cinque donne sono impegnate nel raccolto sotto il sole cocente. Qui le pennellate di Brumatti sembrano voler trasmettere la calura e l’afa della giornata in un valloncello del Carso.
L’autunno e gli alberi spogli sono invece protagonisti di Paesaggio Carsico, un piccolo olio su tavola, dal colore denso e tormentato, che restituisce l’immagine livida di uno spoglio paesaggio autunnale.
Un verde chiaro e tutte le calde tonalità del giallo e dell’ocra rasserenano infine lo spettatore in Paesaggio. Qui, al centro della composizione, si può seguire con gli occhi la progressione degli orti e dei terrazzamenti, restituiti via via in forma sintetica, per culminare col gruppo di case che spicca monumentale sul profilo collinare.