Il 21 maggio 1944 nelle pagine de Il Piccolo, Silvio Benco recensiva la mostra personale del pittore Guido Cadorin presso le sale della Galleria Trieste. In quell’occasione veniva acquistato un interessante Autoritratto, oggi conservato presso il Museo Revoltella di Trieste.
Spronato da un’accoglienza benevola e sostenuto dal giovane e futuro genero, Anton Zoran Music, Cadorin decise di tornare ad esporre alla Galleria Trieste nel 1947.
Più che un ritorno a Trieste, un vero e proprio soggiorno, come recentemente è stato ricostruito in occasione degli atti del convegno su Anton Zoran Music; una permanenza della famiglia Cadorin causata dai drammatici anni della Guerra. Fu in quell’occasione che questa Vetrina dell’Osteria venne esposta. Una natura morta che presenta due scaffali con merce in vendita accompagnata da due cartellini recanti i prezzi, in questo caso dei dolci e dell’allora celebre vino Moscato Canelli. E’ un tipico esempio della pittura del veneziano, con passaggi da consumato frescante e che palesa quel suo fare calmo e potente, meditato e memore della grande tradizione veneziana, in lui presente sin dagli esordi e che tanto piacque all’amico Ezra Pound. Le abilità di Cadorin erano già note anche nella città di San Giusto, poiché il pittore aveva realizzato, con un’eco notevole sulla stampa dell’epoca, i mosaici per la cattedrale del patrono cittadino tra il 1930 e il 1933.