La tela che Renato Guttuso realizzò per la Stock nel 1966 arrivava in una stagione fruttuosa soprattutto per i ritratti, come quello del padre Gioacchino Agrimensore o l’esistenziale raffigurazione del pittore Mario Schifano, ma al termine delle più importanti esperienze pittoriche che lo avevano visto protagonista.
La natura morta che egli consegna è tipica di quella linea ormai acutangola raggiunta dalla sua ricerca; svogliatamente pone gli oggetti sul tavolo e provocatoriamente volta la bottiglia del brandy, ponendola in posizione subordinata rispetto ai barattoli in primo piano. La consueta capacità tecnica è ravvisabile nelle giustapposizioni di accese campiture cromatiche, scandite da figure geometriche primarie, delineate da un disegno sicuro e marcato. Del resto, la natura morta nell’opera di Renato Guttuso aveva, sin dagli esordi, un ruolo centrale nel suo iter pittorico toccando, in alcuni casi, vette inattese e che lo portarono pure a quel “realismo memoriale”, per dirla con Crispolti, caratteristico anche nel 1966 con il ciclo dell’Autobiografia. Ma la natura morta per la Stock si pone soprattutto nella piena fase dell’Omaggio a Morandi guttusiano, iniziato nel 1965 e protratto al 1966, culminato nell’Armadio realista della collezione Pellin di Varese. Lo stesso artista nell’introduzione alla mostra del 1966 Dodici dipinti di Renato Guttuso da Morandi a Milano tenne a precisare: “Nuovi oggetti rispetto alle bottiglie che gli servirono da modello; e, ho tentato, nuovi oggetti rispetto gli oggetti di Morandi”.
La Collezione Stock
Renato Guttuso
Natura morta, composizione
Olio su tela, 70 x 50 cm