Da “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo
“Penso che la sigaretta abbia un gusto più intenso quand’è l’ultima. Anche le altre hanno un loro gusto speciale, ma meno intenso. L’ultima acquista il suo sapore dal sentimento della vittoria su sé stesso e la speranza di un prossimo futuro di forza e di salute. Le altre hanno la loro importanza perché accendendole si protesta la propria libertà e il futuro di forza e di salute permane, ma va un po’ più lontano.”
La tecnica mista su carta del 1970 fa parte di quella serie di opere grafiche analizzate con particolare attenzione da Giuseppe Marchiori nel volume Zigaina del 1973. Corrisponde alla fase più travagliata, dal punto di vista segnico e tematico, dell’artista di Cervignano che approfondisce la grafica sino alle viscere; non è un caso che nel 1971 omaggia Picasso con alcuni poderosi disegni, giungendo immediatamente dopo, agli Insetti e alle devastanti, visivamente parlando, Visitazioni. Ciò che sorprende in Zigaina, nei primi anni Settanta, è uno spirito nordico non facilmente accorpabile alle altre esperienze pittoriche italiane che, a ben guardare, già si poteva scorgere nelle taglienti, per disegno e cromia, prove degli anni Cinquanta. Marchiori scandaglia con lucidità tale prerogativa: “C’è, in Zigaina, un riflesso dello spirito nordico, che rispecchia certe ataviche affinità psicologiche: l’amore della solitudine, la propensione introspettiva, il sentimento tragico della vita”. L’opera, destinata ad illustrare il racconto di Manlio Cecovini (1914-2010), pubblicato nel 1970 dall’omonimo titolo, verrà ricordata dallo stesso scrittore nel 1994 nel libro Nottole ad Atene con queste parole “Anche Zigaina mi ha fatto aspettare. Non vuole fare le “illustrazioni” per Straniero in Paradiso. Disposto invece a fare “disegni”. Infatti, nella prima pagina del libro, l’artista aveva fatto inserire espressamente “Disegni di Giuseppe Zigaina”.