Uno sguardo malinconicamente nascosto da un sofisticato e démodé copricapo, sta alla base dell’idea creativa dell’amazzone dei surrealisti, Leonor Fini, per interpretare il tema del brandy Stock 84. In uno spazio scarno, mentale, e su di uno sfondo caratterizzato da una carta da parati sfocata, si staglia la sensuale figura d’una ragazza dalla carne artificiale, pressoché violacea, contraddistinta da un disegno sorvegliato e nitido, tipico della pittrice “tradizionalista-surrealista” per dirla con l’etichetta di Decio Gioseffi, segretario della mostra nazionale di pittura italiana contemporanea svoltasi a Trieste nel 1953.
Il dipinto risente notevolmente dell’ormai consolidato bagaglio parigino dell’artista e l’immagine della giovane persa nei pensieri dinanzi un bicchiere affonda le sue origini, in termini di fonte visiva, ben prima dei surrealisti, facendo pensare ai diversi esercizi sul tema dell’assenzio di Picasso, e, prima di lui, Degas. Non ultimi certi ricordi del cartellonismo fortemente bidimensionale di Dudovich che la Fini conosceva benissimo essendo, tra l’altro, in senso lato, triestina d’adozione.
Nonostante l’artista non rinunci, in una sua tipica cifra stilistica, a lisciare la superficie pittorica, lavora con grande aggressività all’ingombrante cappello impreziosito da una ghirlanda floreale, vero protagonista della tela, ricoprendolo successivamente con un bianco steso a polpastrelli. Ne emerge un dipinto autonomo, al di là del fine ultimo di promuovere la bottiglia di brandy, la quale, in questo caso specifico, pare ritagliarsi uno spazio a fatica nell’economia del risultato finale.
La pittrice fu l’unica ad avere un rapporto diretto con i vertici della Stock; in particolare fu ospitata in più occasioni da Carlo Wagner e la moglie Vera, sorella di Alberto Casali, presidente dell’azienda.
La Collezione Stock
Leonor Fini
Fra i pensieri
Olio su tela, 70 x 50 cm