Con la recente mostra di respiro internazionale realizzata presso il Museo Revoltella di Trieste, le opere di Leonor Fini presenti nelle collezioni d’arte della Fondazione si sono mostrate per la prima volta al grande pubblico. Sono quattro le testimonianze della vulcanica produzione di quest’artista ben nota oltre l’area giuliana, sebbene venga spesso messo da parte un notevole debito formale che Leonor contrasse nei confronti di artisti triestini quali Edmondo Passauro, che la influenzò soprattutto nel disegno quando la Fini frequentò la sua Scuola privata di pittura alla fine degli anni Venti, o Cesare Sofianopulo per quelle note di inquietudine stuckiana. La collezione si apre con un Ritratto del 1933 che venne esposto a Parigi alla Galerie des Quatres Chemins nel 1934; è una tela dalla notevole importanza non solo in termini stilistici ma pure cronologici, poiché testimonia della Fini l’approdo a Parigi dopo un’intensa esperienza milanese a contatto diretto con la pittura di Achille Funi. I due esemplari grafici della collezione sono entrambi risalenti al 1942; anni questi, tra il 1941 ed il 1943 cruciali sotto molti aspetti per la Fini. Conosce il suo grande amore Stanislao Lepri e, soprattutto, “questo è un periodo straordinario nella produzione della Fini, che affronta temi nuovi e complessi con molti spunti autobiografici e un linguaggio sempre più personale.” Sviluppa così soggetti quali le sfingi, i misteri naturali e si spinge verso “il trionfo della bellezza e dell’energia femminile.” A questa fase si riferiscono i due disegni presenti nella collezione; una Sfinge dal carattere fortemente autobiografico e le figure fantastiche dai lineamenti felini (Donne e gatti), rese con un disegno tremolante in una sorta di Pietà Rondanini surreale. Da poco è entrato nelle collezioni Fra i pensieri, la tela che Leonor eseguì per la collezione Stock nel 1966; una personalissima rielaborazione sul tema dell’assenzio, mescolato a certi ricordi del cartellonismo dove la pittrice “lavora con grande aggressività all’ingombrante cappello impreziosito da una ghirlanda floreale, vero protagonista della tela, ricoprendolo successivamente con un bianco steso a polpastrelli”.
La Collezione d'Arte
Leonor Fini
Donne e gatti
Penna su carta bianca; cm. 21,9 x 10,6 (n. inv. 84)