Dopo essersi formato a Venezia con Ettore Tito, Luigi Cobianco fu tra i protagonisti della seconda stagione di Ca’ Pesaro e uno dei più fedeli testimoni della pittura lagunare tra le due guerre.
Il quadro Viottolo di collina fu presentato alla Biennale di Venezia del 1956. In quegli anni il pittore si era a lungo dedicato alla raffigurazione dei colli asolani, e con ogni probabilità proprio uno dei viottoli dell’asolano è il protagonista di questo bel dipinto.
La luce accecante illumina una terra riarsa in cui i pochi segni della natura sono ridotti a scheletri, simulacri di alberi che hanno perso la loro verzura. Il tracciato arido che occupa la parte centrale del quadro conduce lo sguardo dello spettatore ad un’altra collina, che appare sullo sfondo.
L’intero dipinto si caratterizza per il colore magro, le tonalità asciutte e una composizione semplificata, quasi dimessa, ma che testimonia un’attitudine di accorta sensibilità.