Parallelamente all’acquisto delle Nuotatrici ad opera del Museo Revoltella del 1960, per lo scultore Oreste Dequel, nonostante la decisione di trasferirsi definitivamente a Roma in quell’anno, si aprirono anche le porte della collezione Cassa di Risparmio di Trieste. In quel momento di passaggio fra gli anni Cinquanta e Sessanta il giovane scultore capodistriano era al diapason della sua produzione, riconosciuta ufficialmente alla Biennale di Venezia del 1958 e alla mostra personale alla Galleria Comunale d’Arte di Trieste del 1959. Realizza, come nel caso della Bagnante “una sapiente patinatura della terracotta tenuta a mezza via tra la calda intonazione della carne e la variata e preziosa scabrosità degli oggetti di scavo” scrive Gioseffi e, potremmo aggiungere, una modernità nelle volumetrie, aggiornata sugli esempi di Moore. Da quel momento, Dequel si indirizzò verso una più selvaggia essenzialità delle forme pervenendo, negli anni Settanta, all’astrazione. Nel 1971, in occasione della mostra personale allestita a Saint Paul de Vence, vedendo le sue opere, il poeta André Verdet scriverà: “La forza di suggestione della scultura di Oreste Dequel non farà che aumentare con l’avanzare del tempo. I suoi personaggi si accampano memorabili. Sono pieni di vita. Ora questa vita si è sotterrata in essi e questi personaggi sono come avvolti nel grande silenzio del cosmo, silenzio che noi risentiamo qualche volta e che rende sublime per un momento la nostra condizione di creature della terra”.
La Collezione d’Arte
Oreste Dequel
Bagnante
Terracotta, cm 45,6 x 45 x 18