Il maggiore xilografo italiano del Novecento, nacque in provincia di Udine, esattamente a Pozzuolo del Friuli. La fama internazionale, dopo un avvio presso scultori locali ma essenzialmente da autodidatta, avvenne a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta quando la febbrile attività espositiva si affiancò ad una qualità giunta al suo apice nel campo xilografico. Proprio a tale periodo appartengono le xilografie presenti nelle collezioni della Fondazione. Al 1946 vanno ricondotte diverse prove dell’artista, attento alla lezione rembrandtiana, già impostata l’anno prima per quella particolare ricerca luministica, quasi alla “scoperta” dei luoghi attraverso piccoli spiragli di luce. Così sono descritti l’Abside e l’altare di San Giusto, Via delle Mura, San Silvestro, Teatro Romano, Resti della Basilica Romana e la Torre Cucherna; una splendida carrellata attraverso Trieste con gli occhi di un artista agli esordi, che confluirono nella cartella Trieste Romana e Medioevale che fu il primo lavoro illustrativo ed editoriale autonomo dell’artista di Pozzuolo, che si servì di un linguaggio fortemente di impianto naturalista. Dunque testimonianze fondamentali per capire gli esordi di Marangoni il quale, ben presto, volgerà la propria sperimentazione verso esiti del tutto diversi. Già l’opera del 1947, Sonno, ci mostra il cambiamento che l’artista attua in favore di una costruzione più compatta e potente, che in un primo momento – grazie al disegno preparatorio conservato presso gli eredi datato al 26 dicembre 1947 – si doveva presentare più leggera nel tratto, quasi prossima ai modi di artisti afferenti a “Corrente”. Altro lavoro importante è il San Francesco e gli uccelli del 1949 che vale a Marangoni il primo premio per l’incisione alla Mostra Nazionale d’Arte Sacra di Alessandria del 1950; è un’opera suggestiva, carica di pathos, che apre le porte dell’arte sacra al valente incisore su legno. Del 1955 sono le due grandi xilografie raffiguranti Case sul canale a Gand e Pesca a Monfalcone. La prima è cruciale poiché arriva dopo un’importante viaggio di studio fra Belgio, Olanda e Germania che egli compie insieme al collezionista di ex-libris Gianni Mantero, e pare una traduzione xilografica di Vermeer e dei grandi paesaggisti fiamminghi seicenteschi con una visione grandangolare, mentre la Pesca a Monfalcone è una sorta di omaggio alla cittadina che l’aveva adottato e arriva anch’essa dopo il fatidico viaggio, che aveva dato a Marangoni l’idea di utilizzare gli spazi della matrice in totale libertà.
La Collezione d’Arte
Tranquillo Marangoni
Abside e l’altare di San Giusto
Xilografia, cm 23,8 x 14